Continuiamo anche nel 2013 con i nostri consigli teatrali. I riflettori di questa settimana puntano su Ti sposo, ma non troppo scritta diretta ed interpretata da Gabriele Pignotta con Fabio Avaro, Cristina Odasso e Siddartha Prestinari in scena al Teatro Ghione di Roma fino al 20 gennaio.
Ne parleremo anche domenica 13 gennaio durante la puntata radiofonica di Voto 10 (in onda dalle 12 alle 14 sui 101.500)…vi raccomandiamo di ascoltarla anche perchè durante la trasmissione Sonia e Veronica (le nostre conduttrici) vi regaleranno due biglietti.
Sinossi di Ti sposo, ma non troppo
La prima commedia sentimentale tratta da una storia vera iniziata su Facebook, dove una coppia in crisi prima del matrimonio, un single convinto che seduce per mestiere, un cuore spezzato che sogna l'amore eterno, entrano casualmente in contatto? Da quel momento le vite dei personaggi di questa originalissima commedia romantica si intrecciano dando luogo ad un interminabile serie di equivoci e di situazioni esilaranti che raccontano il caos sentimentale in cui molti si trovano costantemente! Dal romanticismo universale allo 'scetticismo cosmico', dalla frenetica ossessione per il 'rimorchio' alla disperata ricerca del rapporto perfetto, ecco le atmosfere emotive sulle quali si sviluppa una pièce teatrale acuta e coinvolgente che diventa uno specchio nel quale lo spettatore incuriosito non può non riconoscersi!
E presto "Ti sposo, ma non troppo" sarà un film per il cinema scritto, diretto ed interpretato da Gabriele Pignotta e prodotto da Marco Belardi e Filmauro.
Queste le note di regia di Gabriele Pignotta: "Lo spunto iniziale di Ti sposo ma non troppo, secondo le mie intenzioni, era raccontare con semplicità una storia d'amore 'contemporanea'. Quelle, per intenderci, che iniziano e finiscono su social network come facebook o quelle alla portata di un 'clic', che spesso riservano qualche sorpresa di troppo.
Una storia ricca di equivoci, tradimenti e sorprese dei 'maniaci del chattare', in cui non sarà difficile riconoscere aspetti della nostra quotidianità.
Di fatto, la commedia affronta il disorientamento della cosiddetta 'generazione di mezzo', quella dei 30-40enni incastrati tra le regole e i valori tradizionali trasmessi dai genitori e la 'leggerezza' dei nostri giorni svuotata da tali principi. Una generazione che sembra avere qualche difficoltà ad assumersi responsabilità e a vivere rapporti stabili, ma che riesce sempre ad inventarsi soluzioni di emergenza per continuare un'esistenza che, tutto sommato, finisce anche per soddisfarli."